BORSA : TITOLI, INDICATORI e INDICI

Azioni, obbligazioni e derivati

In via sintetica riportiamo un elenco dei vari titoli e contratti disponibili attualmente sul mercato borsistico nazionale utili per un primo approccio alla borsa in vista di un investimento azionario personalizzato. E' opportuna comunque un'analisi più approfondita dei singoli strumenti prima di procedere all'investimento.

AZIONI ORDINARIE : Sono la forma più tipica della partecipazione societaria perchè conferiscono al possessore tutti i diritti. Il principale è quello di voto nell'assemblea ordinaria, durante la quale si vota il bilancio, si nominano gli amministratori e si "contano" gli azionisti. Se per il piccolo azionista ciò può sembrare irrilevante, va notato che in caso di scalata a una società sono quasi solo i titoli ordinari a essere oggetto di interesse e ciò porta a far lievitare le loro quotazioni. Il dividendo, proposto dal consiglio di amministrazione, viene deliberato in sede di assemblea.

 

AZIONI PRIVILEGIATE: Il privilegio consiste nel diritto a percepire un dividendo che, in base, allo statuto della società, è fissato in una frazione del valore nominale ed è leggermente superiore a quello dell'ordinaria. Il dividendo è in alcuni casi cumulabile. Anche in caso di scioglimento della società esiste una priorità di rimborso del capitale. Il diritto di voto è limitato alle assemblee straordinarie, necessarie quando si deliberano modifiche statutarie della società. Il peso dei titoli con limitato diritto di voto (privilegiati e di risparmio) non può superare il 50% del capitale sociale.

 

AZIONI DI RISPARMIO: Le azioni di risparmio sono state introdotte con la legge 216 del 1974. Con la loro istituzione ha trovato riconoscimento formale la distinzione tra azionisti imprenditori (coloro che partecipano alla vita della società) e azionisti risparmiatori. Questi ultimi hanno limitati diritti amministrativi: chi possiede le azioni di risparmio, infatti, è del tutto privo del diritto di voto in assemblea. Per contro, però, ha maggiori diritti patrimoniali, anche se sotto questo profilo il Testo unico della Finanza del 1998 ha profondamente modificato la normativa precedente. La legge 216 del 1974, infatti, fissava in modo analitico i privilegi patrimoniali delle azioni di risparmio. Queste godevano di un dividendo minimo garantito del 5% sul nominale da prelevare sugli utili (dedotta la riserva legale) e l'importo doveva essere superiore a quello delle ordinarie, per un valore almeno pari al 2% del nominale. Oggi, però, non è più così. La riforma del 1998 ha cancellato questa rigida disciplina, che oltretutto si prestava ad agevoli elusioni. L'attuale normativa si limita a dire che le azioni di risparmio sono dotate di particolari privilegi di natura patrimoniale. Questi privilegi, però, sono determinati in ogni società nel suo atto costitutivo. Per concludere, le azioni privilegiate possono essere emesse solo da società quotate nella Borsa italiana o in altri mercati dell'Unione europea.

 

OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI: Sono titoli di credito, come le obbligazioni e i titoli di Stato, ma la loro collocazione è a metà strada tra questi e le azioni. come le obbligazioni presentano una cedola (generalmente semestrale o annuale), perlopiù a tasso fisso. Ma hanno la possibilità di essere convertite, in base a rapporti di concambio prestabiliti e a certe date, in azioni. Questo vantaggio compensa il loro minor rendimento rispetto a un normale titolo obbligazionario. Se il rapporto di cambio è in linea con quello dell'azione, l'obbligazione può registrare alte quotazioni (normalmente sopra la parità) e bassi rendimenti; nel caso contrario, l'obbligazione è quotata sotto le 100 lire del nominale, con rendimenti di solito in linea con quelli dei titoli a reddito fisso. Le obbligazioni convertibili possono essere di tipo diretto (emesse dallo stesso emittente delle azioni) o indiretto (diverso emittente, solitamente una banca d'affari). Alle due categorie vengono attribuiti anche in diversi profili di rischio evidenti nel rendimento del titolo stesso che, nel secondo caso, risulta essere più basso.

 

WARRANT : Il warrant è un'opzione cartolarizzata, ma si differenzia dalla option, denominata covered warrant che vedremo più sotto , poichè generalmente ha una durata più lunga.

 

OBBLIGAZIONI STRUTTURATE: Le obbligazioni strutturate sono legate a pacchetti di strumenti finanziari. Strutturare un'obbligazione significa infatti renderla più complessa, talvolta più redditizia, ma anche più rischiosa. L'ingegneria finanziaria ha trovato modo di sbizzarirsi, offrendo titoli legati ai mercati azionari, a singole azioni, a panieri di titoli e cos' via.

 

OBBLIGAZIONI EQUITY LINKED: Equity linked significa che il rendimento di queste obbligazioni è garantito solo in parte: la porzione restante è infatti collegata all'andamento in Borsa di un certo gruppo di azioni chiamato paniere a basket. Per intenderci, le obbligazioni equity linked possono essere agganciate ad alcuni titoli tecnologici, farmaceutici, assicurativi e così via. Incorporano quindi una certa dose di rischio, dato che non è possibile conoscere in anticipo la performance futura del paniere. Rispetto all'investimento diretto in azioni, però, sono meno pericolose. Danno infatti diritto a un rendimento minimo anche nel caso in cui le azioni del paniere dovessero registrare una perfomance negativa. Attenzione, però. Questa garanzia deve figurare esplicitamente nel regolamento di emissione.

 

OBBLIGAZIONI INDEX LINKED: Hanno struttura simile a quella delle equity linked. Il loro rendimento, però non è agganciato a un certo numero di azioni, ma a un determinato indice di Borsa.

 

REVERSE CONVERTIBLE: Anche questi sono titoli atipici a metà srtada tra le obbligazioni e le azioni. I reverse convertible sono infatti strumenti che normalmente hanno una cedola abbastanza alta. Per contro, però, il rimborso del capitale è collegato all'andamento di un determinato titolo azionario. Se alla scadenza la quotazione di quell'azione si mantiene al di sopra di un determinato prezzo (detto strike price). il titolo viene rimborsato al valore nominale, in questo caso, in parole povere, al risparmiatore vengono riconsegnati i soldi inizialmente investiti: il rendimento corrisponde quindi alla cedola. Se, invece, alla scadenza il titolo azionario si trova sotto lo strike price, il rimborso avviene tramite la consegna delle azioni sottostanti. Se il calo del titolo azionario è quindi inferiore alla cedola, il risparmiatore non perde dei soldi. Altrimenti perde parte del capitale inizialmente investito. Per questo motivo chi acquista un reverse convertible deve essere sicuro che le azioni sottostanti abbiano buone prospettive di crescita.

 

STRUMENTI DERIVATI : Sono contratti e non direttamente titoli applicati a strumenti finanziari, a tassi di interesse, a valute, a mercati nonchè ai relativi indici , anche quando l'esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in contanti ; rappresentano i contratti di scambio a pronti e a termine (SWAPS) su tassi di interesse, su valute, su merci, nonchè su indici azionari (EQUITY SWAPS) . Qui di seguito analizziamo alcuni contratti.

1) FUTURE : Si chiama Fib 30 ed è lo strumento più semplice per poter operare sia al rialzo che al ribasso sul mercato azionario prendendo come riferimento i titoli blue chips, cioè il paniere dei trenta titoli più importanti della Borsa relativi alle società più capitalizzate (la capitalizzazione di Borsa è data dalla quotazione per il numero delle azioni della società) . Il Fib 30 permette quindi di scommettere sul rialzo o sul ribasso generalizzato della Borsa. E' uno strumento derivato e marginale. Derivato perchè deriva dall'esistenza dei titoli sottostanti, ma non è un titolo azionario perchè è semplicemente un contratto. Marginale perchè richiede , come investimento, solo una parte (un margine) del suuo controvalore. Con il future si sfrutta l'effetto leva con il paniere dei titoli sottostanti. Un singolo future Fib 30 costa 5 euro per ogni punto. Se lo si acquista per esempio a 46.000 punti , il suo valore è di oltre 445 milioni di lire. Per effettuare l'operazione è però sufficiente versare un margine del 7,5% ciè poco più di L. 33 milioni di lire. Questo è il capitale minimo per effettuare l'operazione. Dopodichè si decide : se si pensa che il mercato scenda il Fib 30 bisogna venderlo anzichè acquistarlo perchè si scomette che a breve il suo valore scenderà sotto i 46.000 punti. Se successivamente l'indice perde per esempio l' 1% , il Fib scende di 500 punti e l'investitore se lo ricompra. A quel punto il contratto costa solo 440 milioni, 5 milioni in meno del prezzo di vendita. Si tratta del guadagno ottenuto che rapportato al capitale realmente investito di 33 milioni e che corrisponde ad un rendimento del 15 % percepito in un lasso di tempo brevissimo, spesso in una seduta. Questo è il senso del future : scommettere su una tendenza , indovinarla, guadagnare e uscire. Oppure sbagliare , riprendendo l'esempio, con il Fib 30 salito di 500 punti : in questo caso ricompro e chiudo l'operazione in perdita di 5 milioni ed esco comunque (stop loss).

2) CONTRATTI DI OPZIONE : Esistono due tipi di contratti di opzione : contratti di opzione PUT e contratti di opzione CALL, a seconda che ci si ponga come ribassista (short seller) o rialzista delle quotazioni di determinati titoli in Borsa.

OPZIONI PUT : Sono molto più complesse dei future e per questo destinate a investitori con un profilo di rischio molto elevato e un grado di professionalità finalziaria altrettanto evoluto. Il concetto, comunque, è semplice: comprando un'opzione put, si investe una cifra fissa che permette di vendere il titolo a cui si riferisce l'opzione a un prezzo prefissato, entro una certa scadenza. A differenza del future, quindi, l'opzione put offre ai ribassisti due varianti: la prima è quella di poter operare su tutti i singoli titoli e non solo sull'indice. La seconda è quella di determinare fin da subito la massima perdita possibile, che è pari al costo dell'opzione. Se infatti la tendenza si rivela sbagliata, il valore dell'opzione tenderà a zero. Se, per esempio, si crede che un certo titolo che vale 10 euro sia sopravvalutato, si può comprare un put che permetterà di venderlo, sempre a 10 euro, entro tre mesi. Costo del put, 1 euro. Se quel titolo comincia a salire, l'investitore perde al massimo 1 euro, perchè nessuno sarà disponibile a pagare un'opzione che permette di vendere a 10 euro un titolo che sul mercato si vende a un prezzo più alto. Allo stesso modo, se il titolo scende, l'opzione si rivaluta, perchè chi compra il put ha la possibilità di comprare il titolo sottostante sul mercato a un prezzo basso, e di rivenderlo a 10 euro, con un utile.

OPZIONI CALL : Il call è il contrario del put: è un 'opzione per acquistare un titolo a un certo prezzo, entro una data certa. Serve quindi ai rialzisti. A meno che un investitore che ama più di tutti il rischio decida di vendere un call. Che, in altri termini, significa assumersi il rischio di perdite illimitate. Infatti vendere un call significa impegnarsi a vendere un titolo, a un prezzo prefissato, entro una certa data, al detentore dell'opzione. Se si crede che l'azione che vale 10 euro sia destinata ad andare a 5, si può vendere un call che garantisce il diritto di acquistare quell'azione, sempre a 10 euro, entro un mese. Se il calcolo è quello giusto, si incassa il valore dell'opzione che non verrà mai esercitata. Ma se per sbaglio il titolo sale a 20 euro, chi ha venduto il call dovrà onorare il suo impegno e consegnare a 10 euro titoli che sul mercato valgono il doppio, perdendo 10 euro per ogni azione. Siamo nel campo della speculazione pura, utilizzata soprattutto in fase di copertura dai grandi investitori.

3) CONTRATTI A PREMIO : Sono comunque contratti di opzione ma meno rischiosi perchè in caso di rinuncia al contratto si ha la perdita del solo premio prestabilito e comunque il contenuto dei contratti può essere definito dagli operatori compreso anche la composizione del paniere dei titoli.

4) COVERED WARRANT: Sono strumenti finanziari, diversi dai warrant, che conferiscono la facoltà di acquistare e/o vendere , alla o entro la data di scadenza, un certo quantitativo di strumenti finanziari, tassi di interesse, valute, merci e relativi indici , vedi attività sottostante, a un prezzo prestabilito, ovvero, nel caso di contratti per i quali è prevista una liquidazione monetaria, di incassare una somma di denaro determinata come differenza tra il prezzo di liquidazione dell'attività sottostante e il prezzo di esercizio, ovvero come differenza tra il prezzo di esercizio ed il prezzo di liquidazione dell'attività sottostante. Sono simili alle opzioni, ma per quanto riguarda la liquidità sono gli stumenti più sicuri. In altri termini è più facile operare con i warrant (almeno con quelli più comuni) perchè si trova con estrema facilità una controparte, che significa abbattere il rischio di non riuscire più a vendere un titolo. Per il resto l'altra importante caratteristica è data dal rapporto tra un warrant e la quantità di titoli sottostante. Il prezzo, infatti, dipende da quanti titoli controlla un determinato warrant. Bisogna fare attenzione perchè un covered warrant apparentemente a buon mercato potrebbe rivelarsi molto poco efficace, controllando solo pochi titoli sottostanti.

6) VENDITE ALLO SCOPERTO : Il concetto è elementare: se si crede che un'azione debba scendere, si vende. Poi la si ricompra quando è scesa ad un prezzo inferiore. Il profitto è dato dalla differenza di prezzo. Fino a Pochi anni fa erano una norma in piazza Affari. Ma da quando la liquidazione è diventata a contanti, le vendite allo scoperto su titoli azionari (che quindi non sono prodotti derivati, ma operaizoni tradizionali su titoli) sono diventate quasi impossibili. Le grandi banche, per esempio, non le consentono perchè chi vende deve consegnare i titoli entro tre giorni. Se non li ha, non può operare. La sim più evolute hanno superato il problema attivando sul mercato un sistema di prestito titoli che consente di eseguire sempre l'operazione. Ma questo comporta un costo elevato e può andare bene solo a grandi investitori. Ma ancora per poco. Twice sim attiverà a breve un sistema di vendite allo scoperto anche per la clientela retail, on line. Inizialmente sarà riservato agli operatori più spinti, quelli che intendono operare "intraday", chiudendo l'operazione all'interno della stessa seduta. In questo caso il problema del prestito titoli non si pone. Per chi intende operare sul lungo termine verrà invece attivato il prestito, secondo uno standard che garantirà sempre il buon esito dell'operazione.

 

Indicatori di analisi fondamentale

Gli indicatori di analisi fondamentale sono dei parametri utilizzati dagli analisti borsa ma utili anche ai piccoli risparmiatori per farsi un'idea o un orientamento riguardo l'effettivo valore della società quotata o il suo potenziale di crescita, che tengono conto non solo della capitalizzazione di borsa (e quindi della quotazione) ma anche dei risultati contabili dichiarati ufficialmente.

Elenchiamo qui di seguito gli indicatori principali :

ROE : Il Roe (acronimo di return on equity) misura il rapporto tra l'utile netto di una società e il suo patrimonio netto (capitale socialepiù le varie riserve di capitale). Questo indicatore esprime la capacità dell'impresa di far fruttare le risorse poste a sua disposizione dagli azionisti. Quindi più questo valore è alto, più la società appare redditizia.

ROI : Simile al Roe nella concezione si differenzia perchè, anzichè utilizzare al numeratore il reddito netto. Si differenzia dal Roe in quanto al numeratore indica il reddito operativo anzichè il reddito netto. Il Roi non misura quindi la redditività totale di un'azienda ma solo quella della gestione caratteristica (l'utile finale può essere infatti influenzato da proventi straordinari, dalla gestione finanziaria o dalla diversa incidenza fiscale).

PREZZO/UTILI : Il più sintetico indicatore borsistico, conosciuto anche in inglese come price/earning (p/e). E' dato dal rapporto tra il prezzo di Borsa e l'utile per azione. Più è elevato il rapporto, più è valutato il titolo. Ma non necessariamente alti valori significano sopravvalutazione dal momento che gli investigatori ragionano sempre in base alle prospettive. Per questo sarebbe interessante disporre di p/e prospettici. Non esiste un valore ottimale di riferimento per tutti i titoli. Infatti, il p/e varia a seconda dei settori (più elevato per le società a grande crescita, relativamente basso per le aziende mature e le banche) e a seconda delle Borse.

PREZZO/UTILI + AMMORTAMENTI : E' simile al precendente; ma al denominatore, oltre all'utile per azione, viene incluso il valore degli accantonamenti per azione. In questo modo, si riesce a eliminare le interferenze fiscali quando si fanno confronti internazionali. Nella terminologia inglese è coamunemente definito price/cash flow.

PREZZO/PATRIMONIO : E' il rapporto tra la quotazione e il patrimonio netto (capitale sociale più riserve) per azione; oppure tra capitalizzazione e l'intero patrimonio netto definito anche mezzi propri (in inglese è chiamato price/book value). Esprime quante volte la Borsa valuta una società rispetto ai suoi mezzi propri.

DIVIDEND YIELD : E' il rapporto tra il dividendo e prezzo di un'azione. E' quindi una misura della "redditività" di un titolo: esprime infatti in termini percentuali il guadagno che un investitore potrebbe ottenere ogni anno incassando il dividendo distribuito dall'azienda. Questo indicatore può quindi essere utilizzato per comparare il rendimento di un'azione con quello di altre forme d'investimento.

EBIT : Questa sigla è l'acronimo dell'espressione inglese earnings before interests and taxes. L'Ebit è un margine reddituale che misura l'utile di un'azienda prima degli interessi, delle imposte e delle tasse. In pratica è la misura assoluta contabile del risultato operativo lordo prodotto da una società. Questo indicatore può essere per esempio utilizzato per confrontare la redditività di una società nei diversi esercizi. Se l'Ebit cresce da un anno con l'altro, significa che l'azienda produce più utili. L'Ebit è molto utilizzato nei Paesi anglosassoni. In Italia corrisponde sostanzialmente al margine operativo netto.

EBIT MARGIN : Misura l'incidenza percentuale del reddito operativo sul fatturato di una società. Più l'Ebit margin è alto, più l'azienda ha una redditività elevata. Questo significa che l'azienda è in grado di produrre più utili in proporzione al proprio fatturato.

EBITDA : E' molto simile all'Ebit e può essere utilizzato con scopi analoghi. Misura l'utile prima degli interessi, delle imposte, delle tasse, dei componenti straordinari, delle svalutazioni e degli ammortamenti. A secondo dei casi, per confrontare la stessa azienda in anni diversi o per paragonare due società diverse che operano nello stesso settore, conviene usare l'Ebite oppure l'Ebitda. Quest'ultimo corrisponde sostanzialmente a quello che in Italia viene definito mol, cioè margine operativo lordo.

ENTERPRISE VALUE : E' il valore complessivo di un'azienda. Corrisponde alla sua capitalizzazione (numero delle azioni moltiplicando per il valore di ogni azione in Borsa) meno la posizione finanaziaria netta. Spesso viene rapportato all'Ebit o all'Ebitda, per capire quanto vale un'azienda rispetto a uno di questi due margini di redditività. In pratica, il rapporto tra Enterprise value ed Ebit (in sigla Ev/Ebit) misura il valore di un'azienda in relazione alla sua capacità di produrre reddito.

 

Indici di analisi tecnica

Questi indicatori sono strumenti per l' analisi di previsione dell'andamento della quotazione di un titolo. Essi utilizzano le oscillazioni delle quotazioni e delle quantità di titoli trattati per formulare delle previsioni abbastanza attendibili sulla direzione positiva o negativa della quotazione borsistica del titolo.

Elenchiamo qui di seguito gli indicatori di analisi tecnica principali :

AVERAGE DIRECTIONAL MOVEMENT INDEX (ADX) : E' un indicatore che rappresenta la media tra il directional movement indicator positivo e quello negativo. Riguardo al DX (Directional Movement Index) tratteremo più avanti in maniera più ampia.Sia l'ADX che il DX sono indici ideati da Wilder, uno dei massimi esponenti dell'analisi tecnica del trading azionario (autore del libro "New Concepts in technical Trading Systems"). Lo scopo dell'ADX non è quello di misurare la direzione del mercato , ma la sua forza . Più alto è il livello raggiunto dall'ADX , maggiore è la forza del trend sottostante. Può succedere che i prezzi siano crescenti , ma il valore dell'ADX sia decrescente. Un cambiamento di trend da 18 a 20 assume un significato più importante di un cambiamento da 32 a 28. Secondo Wilder qualunque livello sopra 15 indica un trend, ma in via prudenziale si consiglia di stare su livelli maggiori come 20 o 25 , soprattutto in periodi instabili e di grande volatilità.

CANDLESTICK GIAPPONESE : insieme al bar chart il candlestick giapponese rappresenta l'andamento del prezzo nella seduta di borsa giornaliera, cosidetto "range". L'elemento fondamentale che assume un ruolo essenziale nella costruzione del candlestick è l'apertura. Questo dato è quello che permetterà al "Real Body" (il corpo centrale della candela di quotazione del giorno formato dalla differenza tra il prezzo di chiusura ed il prezzo di apertura) di assumere una colorazione diversa : nera (o piena) se l'apertura è maggiore della chiusura oppure bianca (o vuota) nel caso in cui l'apertura è minore della chiusura. Le estremità rappresentano il prezzo massimo e minimo del titolo. Guardando attentamente il candlestick si può notare che la cadle line nella figura generata presenta due appendici lineari alle estremità chiamate "upper shadows" e " lower shadows", rispettivamente per l'estremità superiore e per quella inferiore. Il colore del "real body" (nero o bianco) e la lunghezza delle shadows in appendice (candle line) sono gli elementi che permettono la corretta identificazione delle figure generate dal candlestick. Nelle sedute di mercato in cui l'apertura o la chiusura coincidono con il minimo od il massimo la candle line assumerà una configurazione particolare chiamata "shaven head" (nel caso in cui manchi la "upper shadow") oppure "shaven bottom" (nel caso in cui manchi la "lower shadow"). Può ancora capitare che l'apertura e la chiusura siano uguali da far mancare del tutto il real-body: questa configurazione particolare si chiamerà doji-line.

COSTRUZIONE DELLA CANDLE LINE

 Appendice superiore Upper Shadows
Corpo centrale Real Body
Appendice Inferiore Lower Shadows

         
   
       

LE FIGURE DI INVERSIONE : HAMMER ed HANGING MAN : Soffermiamo la nostra attenzione sulle figure e sui diversi modelli di inversione che si formano sul candlestick giapponese. Per ovvi motivi di praticità richiameremo solamente le figure più importanti, invitando, chi fosse interessato, alla lettura del libro di Steve Neson citato nelle pagine precedenti. La figura di inversione più facilmente riconoscibile è chiamata "hammer" se rialzista oppure "hanging man" se ribassista. Entrambe presentano un real body piuttosto ristretto e la lower shadows dovrà essere almeno il doppio delle lunghezza del real body: maggiore sarà la lunghezza della lower shadows rispetto alla upper shadows, maggiore sarà la attendibilità della figura generata. E' interessante rilevare che entrambe le figure possono presentarsi sia in un mercato Bullish che in un mercato "bearish": perciò se l'hammer è inserito in un downtrend, la sua presenza significherà che è probabile la fine del ciclo ribassista, se inserito in un uptrend la sua presenza significherà la probabile fine del ciclo rialzista. Se l'hammer è inserito in un downtrend, la sua presenza significherà che è probabile la fine del ciclo ribassista; la presenza dell'hanging man in un uptrend significherà la probabile fine del ciclo rialzista. Nel caso del hanging è necessario attendere la conferma del mercato bearish (grafico "Bank of America") Nella maggior parte dei casi questa conferma viene data da un gap - down in apertura (quindi da una apertura inferiore al minimi del giorno precedente); quanto sarà maggiore il gap down tanto assumerà l'hanging man assumerà rilevanza. Quindi queste configurazioni sono importanti solo se le figure successive confermano l'avvenuto mutamento di trend.

CARATTERISTICHE HAMMER ED HANGING MAN

Lower Shadows Almeno il doppio del real body
Upper Shadows può o meno essere presente
Real Body deve essere al top del "range"
Annotazioni: maggiore sarà la lunghezza della lower shadows rispetto al real body, maggiore importanza assumerà la configurazione.

DIRECTIONAL MOVEMENT INDICATOR : Il movimento direzionale è quella parte di movimento compiuto del prezzo, non compreso nel range del giorno precedente : se il movimento è positivo, il valore del Directional Movement assumerà valore positivo (Dmi+) e sarà dato dalla differenza tra i massimi ; se negativo il valore del Directional Moviment sarà negativo (Dmi-) e sarà dato dalla differenza tra i minimi. La media tra Dmi+ e Dmi- genera un altro indicatore molto importante che prende il nome di Adx (Average Directional Movement) .

Lo scopo di questo indicatore è quello di individuare il trend fondamentale di mercato in modo da evitare i mercati "sideways" che generano solamente falsi segnali e numerose perdite.

Il segnale Buy dato dall'incrocio al rialzo del Dmi+ (o Pdi) con il Dmi- quello di Sell sarà dato dall'incrocio al rialzo del Dmi- (o Mdi) con il Dmi+. Da un punto di vista grafico è interessante notare che quanto è maggiore è la differenza tra Dmi+ e Dmi- (quindi tanto più sono divergenti i due indicatori) tanto più direzionale (o trending) sarà il mercato..

Molti software permettono la rappresentazione grafica sovrapposta tra Dmi+ e Dmi- (talvolta anche con l'Adx) consentendo così di aver chiara e precisa la sensazione dei segnali generati. Altri invece permettono un calcolo separato degli indicatori ed una sovrapposizione successiva. Per esempio Metastock non ne permette una rappresentazione grafica contemporanea mentre OmegaSuperchart sì.

L'inventore del Dmi, Wilder, usava il Dmi a 14 giorni perchè ritenva che questo numero rappresentasse la metà di un importante ciclo all'interno del mercato.

Tuttavia anche attraverso l'utilizzazione esclusiva di questa combinazione di indicatori non è possibile evitare completamente le fasi "sideways". Infatti quando il mercato si muove in un range molto stretto, sono numerosi e frequenti segnali generati dall'incrocio del Dmi+ e del Dmi-; quest'ultimo elemento , consente comunque di affermare che un sistema di trading impostato su questo indicatore risulta essere pur sempre tra i più profittevoli.

ANALISI DEL MOMENTUM : Il momento, come termine generale, indica la velocità di cambiamento di prezzo; sotto questo aspetto , pertanto, è un concetto generico, che racchiude nella sua definizione non solo l'Indicatore del Momentum propriamente detto, ma anche altri indicatori quali il Relative Strenght Index , l'M.a.c.d. e lo stocastico.

Si può immaginare che il momentum rappresenti la forza inerziale di una palla lanciata in aria : ad una velocità iniziale X+1 corrispondente al momento iniziale , corrisponde una velocità X-1 corrispondente al momento finale, e che coincide con la situazione precedente l'inversione di trend e quindi la caduta del prezzo. Per questo motivo grosse inversioni del Momentum possono lasciare presagire di norma mutamenti di trend. Esistono anche in questo caso situazioni di mercato particolari dove il concetto di momentum non è efficace. Ciò avviene quando tutti gli indicatori di mutamento del mercato oltre l'indicatore di Momentum hanno appena iniziato la loro crescita ma incontrano immediatamente una forte resistenza in senso contrario.

Esistono due modi di considerare il momento : come misura di cambiamento del prezzo sia come misura per verificare l'intrinseca vitalità del mercato.

Da ciò si può desumere la regola per cui vi sono 3 principali utilizzazioni del Momentum :

- per lo studio delle situazioni di ipercomprato e ipervenduto e lo studio delle divergenze che possono comparire nel grafico del prezzo e dell'indicatore ;

- per determinare le situazioni di trend reversal di mercato collegato in particolare a configurazioni grafiche che compaiono sull'indicatore e quindi per la dimostrazione del principio secondo cui quando il mercato sta per cambiare direzione questa circostanza viena anticipata da un mutamento di direzione dell'indicatore ;

- per capire la direzione del mercato : l'attraversamento della linea dello zero fornisce importanti segnali di buy/sell per fare del trading nella direzione dello stesso attraversamento.

TRIX :

 

CONTRARY OPINION : Il Contrary Opinion pur essendo uno strumento di analisi tecnica, rientra in una particolare categoria di indicatori il cui scopo è lo studio della psicologia del mercato. Il suo obiettivo è, quindi, quello di misurare il livello di "sentiment" positivo o negativo del mercato. Principio fondamentale da cui parte il Contrary Opinion è che quando la maggioranza degli operatori, professionali e non , sono d'accordo sul futuro andamento del mercato, generalmente questi sbagliano. Il principio del Contrary Opinion viene utilizzato in due modi fondamentali :

- Come sistema per misurare la pressione di vendita e/o acquisto residua del mercato : per spiegare questo concetto, si consideri il mercato come un complesso di persone, operatori professionali e piccoli risparmiatori , convinti che il mercato vada in una direzione. Supponiamo che la maggioranza di questi pari all'85% ritenga che il movimento del mercato sia rialzista per la settimana successiva. A questo punto risulta evidente che questi, di fatto operativamente o per sentiment, hanno già preso una posizione sul mercato. Occorre chiedersi quindi come potrà essere rialzista il mercato se coloro che dovevano sostenere la spinta (l'85% degli operatori) lo hanno già fatto, assumendo già una posizione ?

- Come sistema per misurare la presenza nel mercato di "mani forti" e di "mani deboli" : per spiegare quest'altro concetto supponiamo che la maggioranza degli operatori di cui sopra (l'85%) ritenga che il mercato sia rialzista. Partiamo dal presupposto per cui il mercato è il luogo virtuale dove si incontra domanda e offerta e che, quindi, ad ogni offerta corrisponde una domanda e viceversa. Se l'85% degli operatori hanno assunto posizioni "long" nel mercato ciò significa che il restante 15% deve essere una mano cosidetta "forte", con na notevole disponibilità finanziaria, e perciò in grado di assorbire l'eccesso di domanda. La cosidetta "mano debole" in quanto tale sarà quindi soggetta a chiudere la propria posizione non appena il mercato muterà direzione.

Una considerazione a parte merita l'Open Interest e le sue incidenze sul Contrary Opinion. Come rilevato da J. Murphy nel libro Technical Analisys of Futures Markets, l'Open Interest assume un ruolo determinante nel Contrary Opinion. Infatti maggiore sarà l'open interest maggiori saranno le possibilità di assumere una posizione profittevole in senso contrario al trend di mercato.

 

BOLLINGER BANDS : Chiamate anche ALFA BETA BANDS, le bollinger bands, ormai famose perchè utilizzate in qualsiasi rappresentazione giornalistica, non sono altro che delle "bande" attorno ad una media mobile di breve periodo. Generalmente tutti i software che calcolano le Bollinger Bands dapprima determinano il valore di una media mobile, ed in un secondo momento ne calcolano la deviazione standard.

John Bollinger, ideatore delle Bollinger Bands utilizzava una banda che aveva una deviazione uguale per entrambi i lati della media mobile medesima. Questa considerazione era dettata dal fatto che , nella sua originale accezione, la "banda" doveva comprendere la maggior parte dei dati successivi relativi ad un prezzo.

Il concetto sotteso alla creazione delle Bollinger Bands è che queste devono essere in grado di espandersi e di ridursi in relazione alla volatilità del mercato , rendendosi in grado, in questo modo, di "adeguarsi" alle oscillazioni di mercato.Il suo ideatore raccomandava di utilizzare come media mobile la media mobile semplice a 20 giorni con una deviazione standard pari a 2.0. In sostanza la Bollinger Bands è formata da una media mobile con una banda laterale posta ad una medesima distanza rispetto alla media mobile stessa. Ricordiamo che la Banda si espande e si riduce in relazione alla volatilità del mercato.

Per regola generale la chiusura del prezzo sotto la banda inferiore è un segnale di trend reversal al rialzo mentre una chiusura del prezzo al di sopra della banda superiore è un segnale di trend reversal al ribasso. Per questo motivo le Bollinger Bands rientrano nel novero degli indicatori che vengono utilizzati per evidenziare le inversioni di mercato . Questo come si diceva come regola in generale. Molto spesso accade tuttavia che il titolo abbia un andamento tale per cui molte sono le chiusure dello stesso in prossimità delle bande delle Bollinger. Per questo motivo anche questo indicatore deve essere utilizzato unitamente ad altri indicatori che in particolare siano in grado di evidenziare delle divergenze tra i prezzi e l'andamento del titolo stesso, come ad esempio il Relative Strenght Index o ancora l'indicatore di Momentum.

 

COMMODITIES CHANNEL INDEX : Conosciuto come un indicatore adatto per seguire il mercato, il C. c. i. fu inventato e descritto da Donald Lambert con lo scopo di individuare un indicatore che fosse in grado di determinare l'inizio o la fine di un ciclo di una materia prima. La sua formula, in parte è statistica e in parte matematica : ciò rende il C. c. i. un indicatore abbastanza complesso. Esso infatti calcola la media mobile dei prezzi e, successivamente , la c. d. deviazione principale , vale a dire la somma della differenza tra il prezzo medio e la sua media mobile semplice. Il risultato della deviazione principale viene poi moltiplicato per un numero costante (0,015) e diviso per la differenza tra la media mobile semplice ed il prezzo medio dell'ultimo giorno. Il risultato è un numero che può essere positivo o negativo.

Le caratteristiche principali del C.c.i. sono :

a) La variazione del periodo della media mobile semplice di riferimento ; Lambert utilizzava come "default" la media mobile semplice a 14 giorni ; i nostri test hanno verificato che qualunque media mobile il cui valore oscilla tra 5 e 10 fornisce buoni risultati.

b) La sua oscillazione varia da +100 a -100 ;

c) Più alto è il valore del C.c.i. più forte è il trend di mercato con buone opportunità di guadagno nel senso indicato dal C.c.i.

d) Per la costruzione della sua formula il C.c.i. è un indicatore molto sensibile e come tale fornisce molti falsi segnali ;

Considerazioni finali :

1) Il C.c.i. a 20 weekly con segnale sulla linea 0 indica con buoni risultati il trend fondamentale di mercato e a questo scopo , può essere utilizzato unitamente con il C.c.i. a 20 monthly ;

2) Come affermato il C.c.i. che fornisce migliori risultati su quasi tutti i mercati ha un periodo compreso tra 5 e 10 giorni. Ne consigliamo tuttavia l'utilizzazione sia perchè, come detto, fornisce molti falsi segnali, sia perchè il drawdown è molto elevato. In quanto "Trend Follower", il C.c.i. può essere filtrato con discreti risultati con il Directional Movement Indicator di Wilder.

 

MEDIA MOBILE : Conosciuto come uno dei primi indicatori tecnici, la media mobile conosceva il suo massimo splendore agli inizi degli anni 70 quando veniva combinata nei modi più diversi dagli analisti tecnici del periodo. Può essere definita come una serie consecutiva di medie relative ad un perzzo e può fare riferimento indistintamente alla apertura, chiusura, minimo o massimo di un prezzo. La media mobile è uno strumento che permette di seguire il mercato, mai di anticipare i movimenti : per questo motivo può essere utile per verificare quando esiste un trend, ma, purtroppo, dopo che questo ha iniziato il suo movimento.

La Media Mobile può essere di tre tipi :

- semplice

- ponderata

- esponenziale.

Questo particolare strumento è forse l'indicatore più conosciuto ed utilizzato dalla maggior parte dei trader. Il motivo è molto semplice: non necessità di studi approfonditi nè di presenta particolari problemi interpretativi.

Vediamo quali sono le caratteristiche principali:

a) si presenta come uno strumento che può essere agevolmente utilizzato per individuare il trend fondamentale di mercato, sia di lungo che di breve periodo. Per questo motivo le medie mobili possono essere:

- di lungo periodo (long term moving averages);

- di periodo intermedio (intermediate term moving averages), che comprende il periodo compreso tra 51 e 149 gg;

- di breve periodo (short term moving averages) ;

b) per questo motivo la media mobile consente di filtrare la volatilità del mercato unitamente ad altri elementi, quali ad esempio, il fattore tempo oppure altri indicatori;

c) sebbene sia disegnata e si presenti come un oscillatore, non fornisce alcuna indicazione di ipercomprato o di ipervenduto;

d) fornisce indicazioni sulla trend direzione del mercato, ma non sulla sua forza (anche se la penetrazione di una media mobile fortemente inclinata viene interpretata da molti trader come un segnale di forza del mercato);

e) viene considerata come livello di supporto o di residenza, in questo caso la tecnica più frequente è quella di attenderne perforazione per inserire un ordine nella direzione fondamentale di mercato con contestuale inserimento di una stop loss generalmente posta al minimo del giorno precedente o di due giorni prima. esempio grafico.

Generalmente la media mobile viene utilizzata in combinazione con una trendline con la conseguenza, ad esempio, che una trendline rialzista ed una media mobile orientata nello stesso senso fornisce un doppio segnale sulla direzione del mercato. In questa ultima ipotesi, la direzionalità positiva del mercato verrà considerata ancora valida nonostante la penetrazione al ribasso della trendline purchè questa non sia accompagnata anche dalla rottura della media mobile. Lo stesso discorso è valido nel caso in cui sia penetrata la media mobile ma non la linea di trend.

Infine quando sia la linea di trend che la media mobile sono violate, questo evento viene considerato come segnale che il mercato ha probabilmente terminato la sua fase.

 

RELATIVE STRENGHT INDEX : Descritto per la prima volta da Wilder nel suo libro "New Concepts in Technical Trading Systems" , l'Rsi è sicuramente uno degli strumenti di Analisi Tecnica più utilizzato dagli addetti ai lavori. Nello scopo del suo ideatore questo indicatore doveva essere in grado di identificare :

a) le zone di ipercomprato e ipervenduto;

b) le configurazioni grafiche che non apparivano sul grafico a barre;

c) i c.d. "failure swings" quali elementi per prevedere eventuali inversioni di mercato;

d) le divergenze tra il grafico a barre e l'Rsi.

La formula per la costruzione del Relative Strenght Index e la seguente :

RSI = 100 - (100/ (1+Rs))/100

dove:

RS è il rapporto tra la media mobile relativa alla chiusura al rialzo degli ultimi 14 giorni e la media mobile relativa alla chiusura al ribasso degli ultimi 14 giorni.

Infatti nella sua originaria versione, Wilder riteneva 14 giorni fosse il periodo di tempo migliore con cui utilizzare questo indicatore, nella convinzione che questo intervallo rappresentasse la metà del ciclo lunare (28 giorni), quest'ultimo considerato ciclo prevalente nel mercato per il breve periodo. In realtà è difficile poter verificare se effettivamente 14 giorni sia o meno il periodo migliore : molto utilizzati con profitto sono gli Rsi a 9 giorni e a 22 giorni.

Il grafico viene completato da 3 linee orizzontali poste ai seguenti livelli : 30,50 70. La linea 50 è quella intorno alla quale oscilla l'indicatore.Secondo le indicazioni di Wilder l'indicatore sopra la linea 70 o sotto 30 prelude ad un'inversione, naturalmente di lungo , di medio o di breve periodo.

Più breve sarà il periodo di tempo considerato, più il Rsi darà indicazioni di breve periodo e nel contempo, meno preciso sarà il segnale fornito dall'Rsi. Ovviamente, maggiore sarà il periodo di tempo considerato, meno distorto sarà l'Rsi in quanto in fase con il prezzo.Il Rsi viene utilizzato molto spesso nella costruzione di sistemi automatici quale indicatore per uscire dal mercato.Essendo infatti in grado di riconoscere quando il mercatosi trova ad un massimo (o ad un minimo) , permette di lasciare correre i profitti fino a quando il mercato non inverte la tendenza. A questo scopo è molto utilizzato l'Rsi a 9 giorni a discapito di quello a 14.

 

VOLATILITA' : La volatilità è un particolare indicatore che cerca di misurare la variazione del prezzo ed è un indicatore Trend Following. Esistono vari modi per misurare la volatilità del mercato : i più comuni prevedono l'utilizzazione delle Bollinger Bands (dove la volatilità viene misurata come deviazione standard di un prezzo), oppure dell'indicatore "Beta" o, ancora, dell'Average True Range (ATR) di Wilder.

Generalmente viene definito come "volatile" un mercato particolarmente attivo, caratterizzato da movimenti di prezzo molto accentuati. Mercati molto volatili sono, per esempio, quelli delle commodities (in particolare quello delle pancette di maiale o della soia), ma anche quello dei Futures (vedi il Fib, Btp o T-Bond)

La volatilità utilizza in primo luogo il concetto di "Range" inteso come distanza tra High e Low di un determinato periodo di tempo (quindi distanza tra prezzo massimo e minimo in un periodo di tempo n). Questa definizione di range è valida nella maggior parte dei casi ma, come affermato da Wilder ("New Concepts in Techical Trading Systems") non tiene conto di particolari situazioni che possono verificarsi nel mercato, come nel caso in cui vi siano giorni con un trading range molto stretto, oppure dei giorni in cui si verificano dei "Gap" in apertura: in tutti questi casi il mercato è caratterizzato da un "nervosismo"che, nella prima ipotesi, si manifesta in un forte presenza di compratori e venditori che contemporaneamente si contendono il mercato, nel secondo caso in una prevalenza degli uni o degli altri.

Per risolvere questo problema, Wilder introduce il concetto di True Range, vale a dire, a seconda dei casi :

a) la distanza tra il massimo e il minimo del giorno;

b) la distanza tra il prezzo di chiusura di ieri ed il massimo di oggi;

c) la distanza tra il prezzo di chiusura di ieri ed il minimo di oggi.

Il numero più grande dalla somma di ciascuno di essi è, appunto, il TR. Ciascuna di queste ipotesi riesce a fare fronte a tutte le situazioni di mercato, anche se il risultato (=TR) è un numero che non riesce a fornire nessuna indicazione. Per questo motivo occorre prendere in considerazione una "media" che si riferisce ad determinato periodo n..

Per maggiori spiegazioni sul calcolo dell'Average True Range fare click qui.

Anche in questa ipotesi, Wilder consiglia di non utilizzare da solo questo indicatore in quanto, sebbene possa fornire degli ottimi segnali in un mercato particolarmente forte, (a volte può capitare di riuscire a comprare ai minimi e vendere ai massimi ...) un trading system di questo tipo non riesce a filtrare adeguatamente i falsi segnali derivant dai movimenti di prezzo in un mercato sideways.

La soluzione a questo annoso problema (vogliamo ricordare che solamente che solamente il 20% del movimento del mercato ha tendenza definita ... sich!!) viene fornita dall'autore ancora un avolta proponendo una ipotesi di trading system basata, oltre che sull'ATR (14), sul Directional Movement Indicator, l'Average Directional Moviment (Adx), sull'Average Directional Movement Index Rating (Adxr) e il commodity Selection Index (CSI).